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Acquacoltura

Bruxelles incoraggia le regioni dell’UE a scommettere sull’acquacoltura

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L’acquacoltura mostra segni di ripresa nell’Unione europea (UE), dopo oltre un decennio di stagnazione. Il settore ha registrato una crescita del 4% in volume e dell’8% in valore tra il 2014 e il 2015 e i suoi profitti hanno superato i 400 milioni di euro. Attualmente, sta generando più valore che mai, assicura l’esecutivo europeo.

Secondo la Commissione Europea, una forte cooperazione con le autorità nazionali per rimuovere gli ostacoli alla crescita ha portato il settore ad una ripresa della crescita e molti governi hanno preso provvedimenti per ridurre la burocrazia, cosa auspicata anche per l’Italia, visto che gli imprenditori che desiderano incrementare la loro produzione sono spesso costretti a delocalizzarsi in altri paesi.
Il Commissario Europeo per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella, ha sottolineato nella conferenza sulle regioni agricole dell’Unione Europea, la necessità di una collaborazione ancora più ampia da parte delle regioni del blocco europeo.

L’acquacoltura può offrire cibo locale e posti di lavoro locali in un modo rispettoso dell’ambiente. La pianificazione, l’autorizzazione e in definitiva il successo dell’acquacoltura nell’UE sono nelle mani delle nostre regioni e degli Stati membri. Contiamo su di voi per sostenere gli investimenti in questo settore promettente “, ha affermato il Commissario Vella.

Il Commissario Vella ritiene che l’acquacoltura sia un pilastro fondamentale della sicurezza alimentare globale ed europea.
Dobbiamo ora pianificare in anticipo di fornire più pesce, molluschi e alghe in modo sostenibile e responsabile“, ha Egli affermato. “Certo, dobbiamo continuare il nostro lavoro sulla pesca sostenibile, ma se vogliamo ottenere più prodotti marini, questi devono essere prodotti da un settore agricolo quale l’acquacoltura, infatti molte interventi su questo comparto, anche piccole ma ben pianificate su scala regionale, hanno indotto i consumatori ad acquisire un senso di responsabilità, rendendoli più informati e queste scelte sono la chiave del successo“.

Alla conferenza, la CE ha rivelato una serie di nuove linee guida sulla collocazione dell’acquacoltura nell’ambito delle norme ambientali dell’UE, nonché informazioni sulla pianificazione e sugli iter autorizzativi per le nuove attività commerciali.
Il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEMP) fornisce 1,2 miliardi di euro esclusivamente per l’acquacoltura, allo scopo di aiutare le aziende agricole a investire, crescere, diventare più innovative ed efficienti e anche ad attirare più investimenti privati. Purtroppo in Italia l’investimento di questi fondi segna il passo, salvo l’esempio di pochissime regioni, al contrario di quanto è avvenuto negli altri paesi dell’Unione.

Le autorità europee pensano che se gli investimenti andranno a buon fine e le condizioni di mercato continueranno ad essere favorevoli, entro il 2020 si raggiungerà una crescita del 25%, obiettivo fissato dagli Stati membri quando nel 2014 hanno sviluppato i loro piani per acquacoltura.
L’UE ha espresso il proprio impegno a collaborare con le autorità nazionali e regionali per attuare la campagna di comunicazione “FARMED in the EU”, aiutando i professionisti dell’acquacoltura a spiegare il loro lavoro presso le scuole di tutta Europa.

Fonte: Marco Saroglia e Genciana Terova, Unversità degli Studi dell’Insubria

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