La Calabria possiede senza ombra di dubbio uno dei patrimoni varietali autoctoni olivicoli tra i più ricchi: sono circa 500 le cultivar presenti nella regione. Le antichissime tradizioni colturali dell’olivo in questa regione, la sua ampia area di diffusione ed il probabile incrocio, in epoca più o meno remota, tra i diversi genotipi hanno favorito la nascita di numerose varietà. Alcune di queste cultivar come la ‘Carolea’ sono coltivate su tutto il territorio regionale e da Catanzaro, da cui ha preso origine, si è progressivamente diffusa in altri ambienti olivicoli, tanto da risultare oggi la varietà più coltivata in Calabria.
Accanto alla Carolea, rivestono un ruolo importante altre cultivar storiche come la Rossanese, coltivata prevalentemente lungo la fascia jonica cosentina, la Tonda di Strongoli presente in un ampio territorio a cavallo tra le province di Crotone e Catanzaro o a Geracese diffusa nei terrori del Medio ed Alto Jonio reggino. C’è poi la Tonda di Filogaso, cultivar tipica dei territori collinari della parte settentrionale della provincia di Vibo Valentia, spesso presente negli oliveti e consociata con altre varietà, alcune originarie di questo territorio (‘Tonda di Filadelfia’, ‘Minuta’ e ‘Miseo’), altre invece tipiche delle limitrofe province di Reggio Calabria (‘Ciciarello’, ‘Ottobratica’ e ‘Sinopolese’) e Catanzaro (‘Carolea’).
Tra le tante cultivar presenti in Calabria, l’attenzione del Dipartimento di AGRARIA dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria si sta focalizzando su due cultivar ancora molto limitate: la Ottobratica (con i suoi 2 cloni Calipa e Cannavà) e la Tonda di Filogaso.
I 2 cloni di Ottobratica, sono essenzialmente coltivati nei territori di alcuni comuni ubicati al centro della Piana di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria, uno dei comprensori olivicoli più importanti della Calabria e per certi versi anche tra i più peculiari d’Italia. In questo comprensorio è, infatti, presente un’olivicoltura che può essere considerata unica nel suo genere, con impianti, per lo più di età secolare, caratterizzati dalla presenza di piante di dimensioni molto grandi la cui altezza può superare anche i 20 metri. Gran parte di queste piante dalle dimensioni gigantesche sono riconducibili all’Ottobratica, ‘cultivar popolazione’ (varietà con al suo interno più varianti con tratti morfologici e bio-agronomici più o meno diversificati ma che risultano comunque riconducibili a quelli tipici e contraddistintivi della cultivar) ampiamente coltivata anche in altri territori della Calabria meridionale, e al cui interno sono stati selezionati e messi progressivamente a coltura i cloni Calipa e Cannavà.