Il consumo di pesce regolare in quantità e qualità presenta numerosi vantaggi per la crescita e lo sviluppo dei bambini.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità mangiare pesce in tenera età può aiutare a sviluppare buone abitudini alimentari che verranno seguite anche più avanti nella vita.
Il pesce è dietetico e le linee guida raccomandano due porzioni di prodotti ittici ogni settimana. Tuttavia molti bambini in tutto il mondo inclusi i paesi sviluppati, non consumano abbastanza pesce e stanno perdendo i suoi molti e importanti benefici compresi quelli che sostengono lo sviluppo fisico e mentale.
Uno studio sulla popolazione infantile americana condotta dal National Health and Nutrition Examination Surveys, ha infatti domostrato la correlazione tra reddito familiare e livello di istruzione quali fattori responsabili del consumo di pesce in giovane età e della minore probabilità di diventare assidui consumatori in età adulta.
La percentuale di bambini statunitensi con obesità è più che triplicata dagli anni ’70, un bambino in età scolare dai 6 ai 19 anni è considerato obeso (www.cdc.gov/healthyschools/obesity/facts.htm).
Il pesce è una grande fonte di proteine che aiuta il corpo a riparare e creare nuove cellule; ciò è particolarmente importante durante l’infanzia e l’adolescenza.
Rispetto ad altre fonti di proteine animali come uova, pollo, tacchino e formaggio magro, i prodotti ittici contengono alti livelli di proteine sostenendo la crescita del tessuto muscolare. Inoltre un apporto proteico adeguato aiuta adulti e bambini a produrre anticorpi e a sconfiggere una serie di agenti patogeni potenzialmente pericolosi.
Per crescere e svilupparsi correttamente, i giovani devono seguire una dieta ricca di vitamine con un elevato apporto di nutrienti e un ridotto contenuto calorico. Secondo lo U.S. Center for Disease Control, almeno la metà dei bambini di tutto il mondo di età 6 mesi a 5 anni, soffre di una o più carenze di micronutrienti e di vitamine, e globalmente oltre 2 miliardi di persone soffrono di tale carenza.
Uno studio della Harvard School of Public Health condotto nel 2006, ha concluso che le diete con un elevato contenuto di acidi grassi omega-3 (EPA e DHA),provenienti dal pesce, favoriscono lo sviluppo cerebrale e neurologico nei bambini e un sistema immunitario forte e reattivo (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16848700).
Il consumo di DHA durante la gravidanza può migliorare il QI del bambino mentre per i neonati a 6 mesi di vita, i benefici includono un migliore coordinamento occhio-mano osservabile a 2 anni.
La vitamina D dei pesci aiuta l’organismo ad assorbire calcio e altri minerali e costruisce denti e ossa forti.
Come per altri alimenti, è sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di iniziare i bambini al consumo di prodotti ittici, in quanto è necessario escludere potenziali allergie, per esempio nel confronto dei crostacei.
È fondamentale educare sia i bambini che i genitori sui benefici del consumo intelligente di prodotti ittici e su come fare scelte intelligenti e consequenziali. Aiutare ad educare le prossime generazioni di consumatori a uno stile di vita più sano deve essere una priorità importante per tutti gli operatori del settore ittico.
La vitamina D dei pesci aiuta l’organismo ad assorbire calcio e altri minerali e costruisce denti e ossa forti.
Come per altri alimenti, è sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di iniziare i bambini al consumo di prodotti ittici, in quanto è necessario escludere potenziali allergie, per esempio nel confronto dei crostacei.
È fondamentale educare sia i bambini che i genitori sui benefici del consumo intelligente di prodotti ittici e su come fare scelte intelligenti e consequenziali. Aiutare ad educare le prossime generazioni di consumatori a uno stile di vita più sano deve essere una priorità importante per tutti gli operatori del settore ittico.
Fonti: Marco Saroglia, Genciana Terova Università degli Studi dell’Insubria
National Health and Nutrition Examination Surveys www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4277015/
Harvard School of Public Health https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17047219