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Dal suolo al campo

Nuovi alleati per l’actinidia: da SOS-KIWI un consorzio microbico capace di stimolare le difese naturali delle piante

Pubblicato il: 15 Ottobre 2025

La ricerca per contrastare la moria del kiwi compie un nuovo passo avanti. Nell’ambito del progetto SOS-KIWI, i ricercatori dell’Università di Napoli Federico II e dell’Università di Torino, hanno messo a punto un innovativo consorzio microbico in grado di stimolare la crescita dell’actinidia e potenziarne le difese naturali. Dopo mesi di selezioni dei migliori batteri e funghi, di test e conseguenti valutazioni, questi microrganismi hanno iniziato il loro percorso di sperimentazione in serra.


I microrganismi selezionati per il consorzio

 

Sono stati messi a punto quattro consorzi microbici sperimentali, ciascuno con caratteristiche e funzioni specifiche.

Tre di questi consorzi, sviluppati rispettivamente dalle Università di Torino, di Udine e di Reggio Calabria, hanno una prevalente funzione di biocontrollo: sono composti da microrganismi appartenenti ai generi Pseudomonas, Streptomyces e Serratia.

Il quarto consorzio, sviluppato dall’Università di Napoli Federico II in collaborazione con l’Università di Torino, è invece a prevalente funzione biostimolante. Combina batteri promotori della crescita delle piante (PGPR) con funghi micorrizici arbuscolari (AM) in grado di supportare la pianta in condizioni di stress. Questo consorzio comprende quattro ceppi batterici provenienti dalla collezione della Sezione di Microbiologia del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II — Azotobacter chroococcum, Priestia megaterium, Kosakonia pseudosacchari e Methylobacterium populi — che il progetto SOS-KIWI ha selezionato per le loro attività di promozione della crescita vegetale. Questi microrganismi sono in grado di:

  • produrre fitormoni, in particolare auxine e acido indol-3-acetico
  • solubilizzare il fosfato inorganico, aumentando così la disponibilità di fosforo nel suolo
  • sintetizzare siderofori, che rendono il ferro più assimilabile dalle piante
  • fissare l’azoto atmosferico arricchendo il terreno di nutrienti essenziali
  • produrre un enzima, ACC deaminasi, che contribuisce a ridurre lo stress da etilene nelle radici, come spiegato in un precedente articolo.

Il consorzio si completa con un fungo micorrizico arbuscolare già disponibile in commercio, Funneliformis mosseae, noto per la sua capacità di instaurare relazioni simbiotiche con le radici e di stimolare la crescita delle piante.

Prima della loro combinazione, tutti i microrganismi sono stati testati per garantirne la compatibilità e l’assenza di interazioni antagonistiche, affinché tra i microrganismi non ci fosse il prevalere di qualcuno sugli altri.


Sfide affrontate e battaglie vinte

 

La ricerca del consorzio microbico più efficace è iniziata nel 2024 in serra su piante di Actinidia deliciosa cv. Hayward di un anno e sottoposte a diretto contatto con Phytopythium vexans, che il progetto SOS-KIWI ha scoperto essere il patogeno chiave nell’insorgenza della moria del kiwi. I risultati hanno mostrato che, in alcune condizioni, l’applicazione del consorzio microbico ha favorito lo sviluppo di un apparato radicale più robusto in termini di peso, lunghezza e volume. Tuttavia, lo stress combinato di spostamento delle piante e sommersione prolungata ha compromesso la resistenza complessiva, rendendo difficile valutare con precisione l’efficacia del trattamento.

Nonostante ciò, la prova ha fornito informazioni preziose per migliorare l’impostazione sperimentale del 2025 e che ha incluso anche l’impiego combinato di micorrize e batteri promotori della crescita delle piante (PGPR) in concentrazioni tali da simulare le condizioni di campo.

Le osservazioni hanno riguardato la comparsa dei sintomi e la crescita delle piante, con misure relative sia alla parte aerea sia all’apparato radicale. Grazie all’impiego di strumenti di scansione digitale (Rhizoscan), è stato possibile analizzare nel dettaglio e con la massima precisione la morfologia delle radici (lunghezza, ramificazioni e superficie).

I dati raccolti hanno evidenziato che il trattamento combinato con micorrize e PGPR ha favorito la formazione di un apparato radicale più ramificato e con maggiore capacità di esplorazione del suolo, caratteristiche che potrebbero facilitare la ripresa della pianta dopo gli stress dovuti alle fasi di anossia.


Benefici per l’avanzamento della ricerca e per il settore agricolo

 

Il consorzio microbico sviluppato nell’ambito di SOS-KIWI dimostra un’elevata capacità di aumentare la difesa delle piante di actinidia promuovendone la crescita. L’impiego di questi microrganismi rappresenta un’alternativa biologica ai fitofarmaci di sintesi, al momento non consigliabili sia per la crescente spinta verso sistemi agricoli più sostenibili, sia per il rischio di favorire l’insorgenza di resistenze e possibili effetti negativi sui microrganismi utili del suolo. Il tutto contribuendo a ottenere piante di kiwi più vigorose e sane.

Il percorso verso un’actinidia resistente alla moria è ancora lungo, ma i risultati ottenuti finora rappresentano un passo importante verso un’agricoltura più innovativa e attenta alla biodiversità del suolo.

Nei prossimi mesi prenderanno avvio le attività dedicate alla messa a punto di un prototipo di formulazione del consorzio microbico e alla valutazione dei suoi impatti ambientali, economici e sociali, attraverso l’utilizzo di specifici indicatori. Le prove e le analisi previste per il 2026 consentiranno poi di perfezionare ulteriormente il consorzio microbico sviluppato, con l’obiettivo di trasformarlo in uno strumento concreto di lotta alla moria del kiwi applicabile dai produttori.

 

A cura di Elisabetta Talevi Paletto, referente comunicazione SOS-KIWI, Università di Torino

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