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omega-3: i benefici per la salute umana

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Pesce da acqualcoltura sostenibile: ricco di omega-3 a lunga catena. I ricercatori dell’Università di Almería confermano con una recente ricerca i risultati dei numerosi studi precedenti disponibili in letteratura, circa i molteplici benefici per la salute umana derivanti dall’azione congiunta di due tipi di acidi grassi omega-3, precisamente acido eicosapentaenoico (EPA), ed acido docosaesaenoico, (DHA).

I ricercatori spagnoli hanno utilizzato ratti per confrontare l’effetto individuale di ciascuno dei due acidi grassi polinsaturi, ottenuto separatamente da due specie di microalghe, ed i loro risultati confermano che la capacità preventiva contro determinate malattie è dovuta all’azione congiunta di EPA e DHA, piuttosto che all’azione singola di ciascuno dei due. In particolare, ad EPA e DHA vengono attribuiti diversi benefici per l’organismo, specialmente nei bambini, nelle donne in gravidanza e negli anziani, poiché impediscono il deterioramento neuronale e promuovono uno sviluppo armonico dell’organismo. Proteggono inoltre i sistemi circolatorio, endocrino e limbico, quindi anche quei sistemi che controllano lo stato d’animo generale e la depressione.
Le diete a base di grassi saturi, come quelli che si trovano nelle carni rosse, negli insaccati e nei latticini, possono incidere negativamente su alcune patologie ed allo stesso tempo ridurre la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore presente nei processi dell’apprendimento e della memoria, così come negli stati emotivi. Lo studio mostra invece come una dieta arricchita con olio di pesce, combinando diversi tipi di acidi grassi polinsaturi noti come omega-3, in particolare EPA e DHA, è in grado di offrire una protezione contro questi problemi. Si tratta peraltro di acidi grassi indispensabili nella dieta umana, in quanto l’organismo non è in grado di produrli da solo in quantità adeguate, presenti quasi esclusivamente negli alimenti di provenienza acquatica, prodotti dalle alghe e trasferiti attraverso la catena alimentare fino al pesce.

 

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Gli autori hanno utilizzato ratti come modello sperimentale, alimentandoli con diverse diete. Il gruppo alimentato con grassi saturi ha mostrato più problemi di sviluppo e di risposta comportamentale rispetto agli altri, ma la cosa curiosa osservata è stata che il beneficio reale non si verificava dall’azione di ciascun acido grasso polinsaturo omega-3 preso separatamente, ma dalla loro combinazione, come naturalmente presente nel pesce. Nel piano sperimentale, un gruppo di ratti è stato nutrito con grassi saturi, un altro con mangime arricchito solo con EPA ottenuto dall’alga Nannochloropsis, un terzo con DHA, ottenuto dall’alga Schizochytrium, infine un ultimo gruppo è stato nutrito con entrambi, aggiungendo alla dieta olio di pesce, quale olio di fegato di merluzzo. Dopo dieci settimane di alimentazione sperimentale, i ricercatori hanno effettuato il test di nuoto, come previsto dai protocolli per questo tipo di studi. Questo consiste nell’osservare le risposte fornite dagli animali quando sottoposti a un test comportamentale nell’acqua. Mentre i ratti nutriti con grassi saturi interrompevano prima l’attività di nuoto, quelli che erano stati nutriti con acidi grassi polinsaturi omega-3 rimanevano a galla molto più a lungo, mostrando un modello normale di comportamento, tipico della specie. Inoltre, la capacità di apprendimento e memoria, valutata con opportuni test, era più sviluppata. Il successivo esame istologico ed isto-immunologico prevedeva l’analisi a livello strutturale e funzionale di alcuni organi e tessuti. Con esso è stato confermato che le concentrazioni di dopamina, endorfine e serotonina nei gruppi alimentati con EPA e DHA erano più elevate. Questi composti sono prodotti dall’organismo, fungono da neurotrasmettitori e sono responsabili degli stati d’animo, il che conferma la maggiore motivazione nel test osservato nel gruppo di ratti che aveva ricevuto un supplemento di olio di pesce. Gli animali che hanno resistito meno tempo al test di nuoto, mostravano anche livelli di tali neurotrasmettitori simili a quelli affetti da grave depressione.

Allo stesso tempo però, i marcatori della funzionalità cardiovascolare dei ratti che consumavano olio di pesce erano superiori a quelli dei gruppi nutriti con microalghe, mostrando una differenza significativa rispetto agli animali che avevano ricevuto una dieta ricca di grassi saturi. Pur dimostrando così il beneficio di tutte le forme di acidi grassi polinsaturi omega-3, è comunque apparso evidente un netto beneficio dell’olio di pesce, rispetto ad EPA e DHA forniti separatamente con le due diverse alghe.

 

Rif.: Lopes et al. Nutrition & Metabolism, 2017, 14:62; DOI 10.1186/s12986-017-0218-y.

Fonte: Marco Saroglia, Genciana Terova. Dipertimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria

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