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Dal suolo al campo

“Perché ho scelto PLANTìA!” Davide Musella ci svela i motivi che lo hanno spinto a scegliere i microrganismi del suolo per la tesi di laurea

Pubblicato il: 6 Novembre 2025

Il 15 ottobre scorso è stata discussa la prima tesi di laurea sperimentale realizzata con la collaborazione del gruppo di ricerca del CREA Orticoltura e Florovivaismo (CREA OF) di Pontecagnano nell’ambito del progetto PLANTìA. Davide Musella ha conseguito la laurea triennale in Scienze biologiche presso il Dipartimento di Chimica e Biologia “Adolfo Zambelli” dell’Università di Salerno discutendo la tesi sperimentale in Ecologia dal titolo “Microrganismi benefici: un’alternativa ecosostenibile per la biostimolazione e il biocontrollo in colture di leguminose”.

Relatrice la Prof.ssa Daniela Baldantoni, docente di Ecologia dell’ateneo salernitano, e correlatrici le Dott.sse Paola Iovieno ed Eliana Dell’Olmo, ricercatrici del CREA-OF di Pontecagnano e componenti del gruppo di lavoro del progetto PLANTìA.

Nell’intervista che segue, il neo-Dott. Musella racconta cosa lo ha spinto a studiare i microrganismi del suolo e il  valore di questa esperienza, anche ai fini del suo futuro professionale.

 

Davide, come sei entrato in contatto con il CREA di Pontecagnano?

Attraverso il portale dell’Università di Salerno, cercando un ente convenzionato presso cui svolgere il tirocinio curriculare esterno. La scelta è stata naturale: il CREA rappresenta un punto di riferimento nella ricerca agronomica, e le sue attività sono perfettamente in linea con il mio interesse verso il settore vegetale, ambientale e agroalimentare. Era per me l’occasione ideale per confrontarmi con un contesto di ricerca reale e mettere in pratica conoscenze acquisite durante il percorso universitario.

 

Inizialmente avevi manifestato l’intenzione di svolgere il tirocinio curricolare. Cosa ti ha spinto a fare di questa esperienza l’occasione per la tua tesi di laurea?

Con il passare delle settimane il lavoro in laboratorio e in serra è diventato qualcosa di più: un’esperienza che stimolava la mia curiosità e rispecchiava pienamente ciò che volevo approfondire anche in prospettiva professionale. Sono sempre stato orientato verso l’ambito pratico-sperimentale e ritenevo limitante scegliere una tesi solo teorica. Per questo, ho deciso di trasformare il tirocinio  in un progetto di ricerca che diventasse anche il tema della mia tesi, così da dare continuità al lavoro e contribuire ai risultati di PLANTÌA.

 

In cosa è consistita la tua attività sperimentale?

Ha riguardato principalmente la preparazione e la gestione di interventi fitosanitari a base di prodotti batterici e organici, ottenuti a partire da compost selezionati. In particolare, mi sono occupato della produzione di consorzi microbici a base di Pseudomonas e della preparazione di un tè di compost ricavato da sansa di olive. Sono state irrorate piante di cece e pisello, specie di interesse per il progetto, per studiarne gli effetti in due direzioni: la biostimolazione e il biocontrollo. Da un lato abbiamo valutato se i trattamenti fossero in grado di migliorare la crescita delle piante in termini di altezza, sviluppo radicale e biomassa; dall’altro, se riuscissero a limitare i danni causati da patogeni come Rhizoctonia solani e Fusarium solani, responsabili del marciume radicale.

 

Che risultati hai ottenuto e che hai riportato anche nella tesi?

I risultati non sono stati uguali nelle due specie, e questo è stato uno degli aspetti più interessanti dell’esperimento. Nel cece, né il consorzio microbico né il tè di compost hanno realmente modificato la crescita o limitato i danni del patogeno. Segno che il cece non ha instaurato una buona interazione con i microrganismi utilizzati.

Il pisello, invece, ha mostrato una risposta completamente diversa. Con i batteri e, ancora di più, con la combinazione batteri e tè di compost, le piante crescevano meglio e tolleravano maggiormente la presenza del patogeno. Le radici sono risultate meno danneggiate e la malattia era più contenuta.

 

Com’è stata la tua esperienza con PLANTìA, considerando l’attività svolta, la crescita personale e l’interazione con il team di ricerca?

E’ stata estremamente formativa, sia dal punto di vista scientifico che umano. Ho avuto modo di utilizzare strumenti e tecniche di laboratorio che, fino a quel momento, avevo studiato solo a livello teorico. Questo mi ha permesso di sviluppare competenze pratiche e maggiore autonomia sperimentale. L’ambiente di lavoro è stato un valore aggiunto: il gruppo di ricerca mi ha accolto con grande disponibilità, trasformando il laboratorio in un contesto collaborativo e stimolante. Ho imparato non solo aspetti tecnici, ma anche cosa significhi lavorare in un progetto scientifico vero, con tempi, imprevisti, coordinamento e problem solving quotidiano. Ho trovato un clima di confronto continuo, dove ogni dubbio diventava occasione di apprendimento. Questo ha reso la mia esperienza non soltanto un tirocinio, ma un percorso di crescita personale e professionale, in cui la ricerca non era solo rigore scientifico, ma anche passione e lavoro di squadra.

 

In che modo ritieni che questa esperienza potrà risultarti utile nelle tue future scelte formative e professionali?

Questa esperienza ha consolidato il mio interesse verso il settore agroalimentare e biotecnologico, chiarendo il percorso che vorrei seguire dopo la laurea. Mi ha permesso di entrare in un contesto di ricerca reale, conoscere figure professionali diverse e capire quali competenze siano richieste oggi nel mondo della sostenibilità agricola. Credo che rappresenti una base solida sia per proseguire con studi specialistici, sia per future opportunità lavorative nel campo della ricerca o dell’innovazione in agricoltura.

 

Intervista a cura di Paola Iovieno, CREA – Orticoltura e Florovivaismo e responsabile comunicazione di PLANTìA

Le foto (fornite dall’autrice dell’articolo) ritraggono Davide Musella durante la discussione della tesi di laurea.

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