Agricoltura di Montagna

L’agricoltura di montagna è un’importante fonte di prodotti alimentari di qualità ed è fondamentale per l’economia dei territori, la gestione sostenibile del paesaggio e la tutela della biodiversità. Le aziende agricole nelle zone montane sono solitamente di piccole dimensioni e lavorano in condizioni più difficili e onerose rispetto a quelle in pianura, a causa delle caratteristiche ambientali – altitudine e pendenza dei terreni – dei cambiamenti climatici e della ridotta presenza di infrastrutture. Tutto questo causa lo spopolamento delle zone montane e l’abbandono dei terreni. La zootecnia di montagna rappresenta l’elemento principe per il sostegno dell’azienda montana e permette la gestione, la cura e la conservazione di un paesaggio unico, mantenendo attiva la presenza dell’uomo in contesti in cui le conseguenze dell’abbandono sarebbero gravissime. Ager sostiene tre progetti di ricerca fino al 2023 per rivitalizzare e rendere competitiva l’agricoltura di montagna. Gli studi hanno permesso di individuare nuovi sistemi di recupero e valorizzazione dei territori marginali e dei pascoli abbandonati grazie alla produzione di carne bovina di qualità “grass-fed”. Sono stati inoltre valutati gli effetti dei cambiamenti climatici in alcune aree montane dove i pascoli hanno un ruolo cruciale per l’ambiente e l’economia, in particolare l’impatto su fauna selvatica e biodiversità. Infine, sono state analizzate le proprietà di alcuni formaggi di montagna ottenuti da allevamenti basati sul pascolo, per promuovere i prodotti lattiero-caseari e i servizi ecosistemici forniti dalla zootecnia di montagna.

 

Progetti finanziati

iGRAL

iGRAL – Innovative beef cattle Grazing systems for the Restoration of Abandoned Lands in the alpine and mediterranean mountains è un progetto di ricerca che mira a recuperare e valorizzare i territori di montagna abbandonati in quanto coperti da alberi e arbusti, ripristinando i prati permanenti. Per questo sono stati studiati innovativi sistemi di allevamento al pascolo di bovini da carne delle razze rustiche Highland e Sarda.

Queste razze si nutrono, oltre che di erba fresca, anche di foglie di alberi e di arbusti per cui l’interesse dei ricercatori è stato di capirne le effettive preferenze alimentari in quattro aree delle Alpi piemontesi e delle montagne della Sardegna. I ricercatori hanno quindi studiato la biodiversità animale e vegetale delle aree marginali, mappando le specie erbacee e arbustive e la presenza di comunità di formiche per comprendere l’eventuale relazione competitiva con i grandi erbivori. È stato anche analizzato il comportamento spaziale degli animali grazie a nuovi dispositivi di tracciamento GPS che hanno delimitato un “recinto virtuale” per il controllo degli spostamenti delle mandrie da parte di ricercatori e allevatori, limitando il rischio di perdita degli animali e di sconfinamento in altri pascoli. Sono state studiate le caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche delle carni dei bovini Highland e Sarda cresciuti al pascolo e valutato l’interesse dei consumatori nei confronti di queste carni, quantificando anche il valore socio-culturale ed economico di sistemi zootecnici basati sul pascolamento.

PARTNER

Università degli Studi di Torino (Capofila), Università degli Studi di Sassari, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) – Istituto per lo Studio degli Agroecosistemi, AGRIS Sardegna.

IALS

IALS – Integrated Alpine Livestock Systems: from ecosystem services to premium mountain products è un progetto di ricerca che ha dimostrato gli effetti positivi e i vantaggi dell’alimentazione al pascolo per i bovini per la produzione di latte e formaggi di alta qualità. In particolare i ricercatori hanno valutato il benessere degli animali e le caratteristiche nutrizionali e funzionali di latte e formaggi arricchiti di componenti bioattivi naturali provenienti dall’erba fresca.

Il progetto ha poi valutato la disponibilità di spesa dei consumatori per acquistare  formaggi tipici di montagna prodotti in maniera sostenibile e accompagnati dal marchio “Prodotto di Montagna”. I risultati hanno confermato l’interesse degli intervistati per la denominazione, l’attenzione verso un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e la percezione del territorio montano come portatore di valori positivi. Attraverso indagini di mercato è stata inoltre rilevata la sensibilità dei giovani nei confronti del marchio e del benessere animale, consentendo di definire un target preciso per innovative strategie di marketing.

PARTNER

Università degli Studi di Milano (Capofila), Università degli Studi della Tuscia, Università degli Studi di Napoli Federico II

IPCC MOUPA

IPCC MOUPA – Interdisciplinary Project for assessing current and expected Climate Change impacts on MOUntain PAstures è un progetto di ricerca che ha studiato l’impatto dei cambiamenti climatici sulle aree a pascolo e sulle filiere zootecniche di montagna. I ricercatori hanno messo a punto un modello per ricostruire i dati storici di temperatura e piovosità, per sopperire alla mancanza di reti meteorologiche di rilevamento. 

Per l’analisi dei cambiamenti climatici è stato realizzato un dataset applicabile alle regioni Piemonte, Valle d’ Aosta, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Il progetto ha poi studiato l’incidenza della radiazione solare nel ghiacciaio di Forni, uno dei più grandi delle Alpi, che ha subito un notevole regresso con ripercussioni negative sull’approvvigionamento idrico nelle aree agricole vallive. Attraverso tecniche satellitari è stata stimata la durata storica della copertura nevosa, l’evoluzione del manto e le sue relazioni con le variabili meteorologiche. I ricercatori hanno analizzato la composizione dei pascoli di alcune aree di studio (Orvielle in Val d’Aosta e Val Dosdè in Valtellina) mettendo a punto un modello di simulazione di crescita delle praterie e utile per prevedere le conseguenze del cambiamento climatico sull’approvvigionamento di foraggio.  Sono state poi effettuate specifiche analisi socioeconomiche per analizzare le reazioni del mondo agricolo rispetto ai cambiamenti climatici, al fine di identificare le soluzioni migliori per mitigarne l’impatto economico.

PARTNER

Università degli Studi di Milano (Capofila), Politecnico di Milano

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