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Dal suolo al campo

Le strategie interdisciplinari di SOS-KIWI per contrastare il diffondersi della moria del kiwi

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Come le competenze dell’Università di Torino contribuiscono al progetto

 

Il team di SOS-KIWI è composto da ricercatrici e ricercatori che portano competenze multidisciplinari, fondamentali per affrontare la moria del kiwi, una problematica che minaccia la produzione di actinidia in Italia e nel mondo. Non essendo ancora chiari gli agenti responsabili della moria e non esistendo fitofarmaci specifici per contrastarla, il progetto prevede di identificare i fattori biotici e abiotici coinvolti nella sindrome e di individuare strategie di difesa preventive e di controllo.

A tale scopo è stato creato un team interdisciplinare che comprende vari partner che operano in sinergia per lo sviluppo di metodiche di identificazione dei fattori causali, di nuove tecniche di diagnosi precoce e di strategie preventive e di controllo che contribuiranno a ridurre i danni causati dalla sindrome e a migliorare la salute delle piante e del suolo.

 

Le ricerche dell’Università di Torino

 

Il lavoro dei ricercatori si articola in quattro aree principali:

  • indagini sul campo per determinare i fattori pedologici e agronomici che possono favorire l’insorgenza della moria del kiwi.
  • diagnosi molecolare precoce attraverso lo sviluppo di saggi molecolari efficienti e sensibili, il team intende diagnosticare la presenza della moria prima che i sintomi si manifestino, prevenendo così la diffusione della sindrome nei nuovi actinidieti.
  • sperimentazione in serra: verranno condotte prove in serra per valutare l’efficacia di consorzi microbici (selezionati in collaborazione con l’Università di Napoli), composti da funghi micorrizici e batteri promotori della crescita delle piante. Questi consorzi mirano a migliorare la resistenza delle piante di kiwi agli agenti patogeni, offrendo una protezione biologica efficace.
  • studio delle interazioni pianta-suolo: una parte della ricerca approfondisce le interazioni tra pianta e suolo, essenziale per comprendere l’influenza dei fattori abiotici sulla moria del kiwi. I chimici agrari lavorano sulla caratterizzazione fisico-chimica dei suoli, analizzando i terreni colpiti e non dalla moria per identificare correlazioni tra le proprietà del suolo e l’insorgenza della sindrome. Parallelamente, si studiano i cicli biogeochimici (processi naturali che regolano la circolazione di elementi chimici essenziali tra organismi viventi e biosfera) e la nutrizione delle piante per sviluppare strategie sostenibili che possano migliorare la qualità e le caratteristiche del suolo e aumentare la produttività e la qualità delle colture.

Le ricerche, già avviate, continueranno fino al 2027, con l’obiettivo di sviluppare strategie di gestione integrata che possano essere applicate non solo al kiwi, ma anche ad altre malattie multifattoriali emergenti che colpiscono le colture delle filiere agroalimentari.

Scopri il team dell’Università di Torino sulla pagina Facebook di Ager.

 

A cura di Elisabetta Talevi Paletto, referente comunicazione SOS-KIWI, Università di Torino

Foto di copertina: il professor Davide Spadaro, responsabile scientifico di SOS-KIWI per l’Università di Torino, illustra il progetto in occasione del kick-off meeting che si è tenuto a Reggio Calabria.

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