Ortona (Chieti) e Rimini sono le località dove poter sentire dalla viva voce dei ricercatori del progetto BIOVALE come applicare nuove tecnologie per riutilizzare i sottoprodotti della vinificazione.
I due incontri hanno la finalità di fare conoscere i recenti risultati della ricerca sostenuta da Ager – Agroalimentare e ricerca, grazie ai quali è possibile il recupero delle vinacce, cioè i sottoprodotti dell’industria enologica. Un recupero che risponde positivamente ai criteri di sostenibilità economica e ambientale e di economia circolare.
Sostanzialmente il progetto ha messo a punto due tecnologie di recupero che hanno già superato la fase di sperimentazione e sono quindi direttamente applicabili nel mondo produttivo: la prima chiamata SFE – Supercritical Fluid Exatraction, prevede l’estrazione dalle vinacce di composti bioattivi utilizzando “anidride carbonica supercritica”, vale a dire in condizioni di alta pressione e senza uso di solventi chimici dannosi. La seconda trasforma i sottoprodotti della produzione vinicola in bio-elettricità attraverso un sistema di celle a recupero di energia (Microbial Fuel Cells).
Concetto chiave delle due innovazioni è la “bioraffineria”, intesa come trasformazione sostenibile di biomassa in un’ampia gamma di bio-prodotti (alimenti, prodotti naturali, materiali) e di bioenergia (biocarburanti, energia e/o calore) che interessano i settori alimentare-nutraceutico, cosmetico, farmaceutico ed energetico. Secondo la strategia della Commissione Europea, aggiornata nell’ottobre del 2018, le bioraffinerie multi-prodotto sono elementi chiave per migliorare l’efficienza dell’utilizzo della biomassa e aumentare l’efficienza delle risorse e la prevenzione della produzione di rifiuti, nonché il riciclo e l’economia circolare. Si prevede che entro il 2030 saranno necessarie circa 300 bioraffinerie in Europa per soddisfare la crescente domanda del mercato UE in questo settore.
Il primo incontro si terrà giovedì 7 novembre alle ore 17.00 a Ortona (Chieti) presso la Sala Conferenze di Palazzo Corvo. L’evento è organizzato in collaborazione con una delle più rilevanti industrie dell’Italia centrale che utilizza attualmente le vinacce in maniera tradizionale. Tre relazioni illustreranno: la situazione in Abruzzo in merito alla gestione dei sottoprodotti dell’industria enologica (a cura di Nicola D’Auria, imprenditore); l’applicazione della tecnologia SFE per il recupero di composti bioattivi dai sottoprodotti (a cura di Carla Da Porto, ricercatrice e coordinatore scientifico del progetto BIOVALE); i possibili scenari progettuali nell’ambito dei programmi europei e nazionali (a cura di Mario Scalet, ricercatore).
Il secondo appuntamento è previsto per venerdì 8 novembre a parire dalle ore 12.15 a Ecomondo, presso la Fiera di Rimini,nell’ambito del Convegno sulle Bioraffinerie organizzato a cura del Comitato Tecnico Scientifico Ecomondo e del Cluster SPRING, piattaforma nazionale per la Bioeconomia. Saranno illustrati l’applicazione della tecnologia SFE nei settori nutraceutico, cosmetico e farmaceutico per il recupero di composti bioattivi dai sottoprodotti (a cura di Carla Da Porto); un poster sulle tecnologie bioenergetiche per la produzione di biocarburanti, energia e/o calore (a cura di Silvia Licoccia, ricercatrice, e del gruppo di ricerca dell’Università Tor Vergata, Roma); una piattaforma di bioraffinerie per la valorizzazione delle vinacce (Lorenzo Bertin, ricercatore).
Ma gli incontri non si fermano qui: mercoledì 20 novembre i ricercatori saranno a Conegliano Veneto (Treviso) per il workshop “Un supereroe della chimica verde per i sottoprodotti del vino: la tecnologia di estrazione con fluidi supercritici”, realizzato in collaborazione con la Scuola Enologica di Conegliano Veneto e che vedrà la partecipazione di oltre 200 studenti.
Infine è programmato per la prima decade di dicembre un ultimo incontro, sempre realizzato nell’ambito dell’attività divulgativa del progetto BIOVALE, rivolto a tutti gli operatori della filiera vitivinicola interessati a conoscere le nuove tecnologie.
Eventi dimostrativi della tecnologia SFE su impianto pilota possono essere appositamente organizzati su richiesta presso l’Università di Udine, contattando la prof.ssa Carla Da Porto carla.daporto@uniud.it
Per ulteriori informazioni sulle diverse iniziative è possibile contattare il prof. Mario Scalet (Università di Udine) ai recapiti mario.scalet@uniud.it – tel. 0442.558323