Le ricerche del progetto Micro4Life, esempio virtuoso di pratiche agronomiche e nuove tecnologie per contrastare la desertificazione grazie alla tutela della fertilità e funzionalità del suolo
La Convenzione delle Nazioni Unite definisce la desertificazione come “…il degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche attribuibile a varie cause, fra le quali le variazioni climatiche e le attività antropiche”. La definizione introduce per la prima volta esplicitamente l’azione dell’uomo fra le cause della desertificazione: l’agricoltura intensiva, il pascolo eccessivo e la deforestazione sono indiscutibilmente pratiche che hanno avuto e hanno tutt’ora effetti massicci sull’equilibrio dell’ecosistema terrestre.
Uno degli impatti più devastanti della desertificazione si manifesta sulla produttività e sulla fertilità del suolo, compromettendo il sostegno alla vita vegetale e animale e con una perdita inevitabile di biodiversità.
Ma perché mantenere un suolo sano è così importante? E quanto ancora non si conosce della vita sotterranea che lo popola? Matteo Garau, Università di Sassari, ha risposto a queste domande durante il seminario che si è svolto lo scorso 17 giugno in occasione del “Desertification and Drought Day“. Il ricercatore ha spiegato quanto il ruolo dei microrganismi del suolo sia fondamentale per la sostenibilità e sottolineando le soluzioni disponibili e le nuove sfide da vincere per garantire il futuro alle produzioni agricole. Un particolare focus è stato dedicato al progetto Micro4Life, sostenuto da Ager e di cui l’ateneo di Sassari è partner, come esempio virtuoso di ricerca su pratiche agronomiche e nuove tecnologie per aumentare la fertilità e funzionalità del suolo, accrescere la produttività delle colture e migliorare la qualità dei prodotti, in particolare uva e riso.
Guarda l’intervento di Matteo Garau.