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Dalle Fondazioni di origine bancaria il sostegno per la ricerca scientifica in zootecnia

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La ricerca scientifica in zootecnia vive grazie all’importante sostegno delle Fondazioni di origine bancaria, che sopperiscono alla mancanza di fondi pubblici e privati. Questo, in estrema sintesi, il risultato dell’iniziativa che si è tenuta presso l’Università degli Studi di Perugia, in occasione del XXII Congresso dell’ASPA (Associazione della Scienza e delle Produzioni Animali), l’evento che riunisce ogni anno numerosi e affermati ricercatori del settore zootecnico.

L’incontro, organizzato e coordinato dal prof. Marco Saroglia (Università degli Studi dell’Insubria) e dalla prof.ssa Francesca Maria Sarti (Università degli Studi di Perugia), ha avuto l’obiettivo di aprire un confronto e una discussione sul futuro dei finanziamenti alla ricerca in zootecnia, partendo dall’esperienza delle Fondazioni di origine bancaria. Tra gli invitati anche i rappresentanti di Ager – Agroalimentare e ricerca, che hanno potuto presentare il lavoro fatto nei nove anni di vita di questa associazione. “Dal 2008 ad oggi – ha affermato Valentina Cairo, project manager di Ager – abbiamo destinato alla ricerca nell’agroalimentare oltre 34 milioni di euro, di cui circa il 18% finalizzato a progetti per le produzioni animali. Grazie ad Ager siamo riusciti a sostenere cinque progetti su temi a valenza nazionale, dando continuità e forza alla ricerca in zootecnia”. Riccardo Loberti, referente comunicazione, ha poi sottolineato il grande apporto dato da Ager nel limitare la “fuga dei cervelli”, visto che sono sostenuti solo i progetti che prevedono il diretto coinvolgimento e la formazione di giovani ricercatori.

All’iniziativa hanno partecipato importanti relatori appartenenti a mondo accademico, filiera produttiva, Fondazioni di origine bancaria e istituti di credito. Il prof. Franco Moriconi, Rettore dell’ateneo perugino, ha lamentato il pericoloso taglio di fondi da parte dell’ente pubblico. Andrea Rosati, segretario generale dell’EAAP (European Federation of Animal Science) ha poi sottolineato le ridotte risorse che l’Italia investe in ricerca, pari all’1,25% del PIL, a fronte del 2% dell’Europa, del 3% degli USA e del 3,3% del Giappone. Sono stati poi illustrati gli obiettivi e, in alcuni casi, i risultati di quattro progetti di ricerca in acquacoltura, quali 4F e SUSHIN finanziati da Ager, MYSUSHI e InBioProFeed, con un focus dedicato agli studi in corso sull’utilizzo delle farine di insetti per l’alimentazione del pesce allevato. Mentre sul fronte del sostegno alla ricerca è stato presentato il più che positivo rapporto di collaborazione tra la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e la locale Università, riservando l’ultima relazione alle modalità di accesso al credito da parte delle imprese agricole per il finanziamento di idee e progetti.

I temi oggetto delle relazioni sono stati ripresi e dibattuti nella seconda parte dell’incontro in occasione di una tavola rotonda, dove è stata rimarcata l’importanza della ricerca per garantire produzioni di qualità e la possibile perdita di competitività della zootecnia italiana a causa della mancanza di fondi per la ricerca.

 

Nella foto: Valentina Cairo 

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