Il Benessere Animale è una delle principali parole chiave che caratterizzano il Progetto FARM-INN, che intende avvalersi di tecnologie e tecniche all’avanguardia per svolgere i propri studi nel mondo delle bovine da latte con il massimo rispetto degli animali e della loro salute. Una delle tecniche utilizzate a tal proposito è quella del bolo che servirà a somministrare alle bovine da latte quantità mirate di sequestranti di micotossine (aflatossine) al fine di verificare la loro efficacia nella rimozione di tali composti. Le micotossine infatti sono sostanze particolarmente nocive all’uomo e ai ruminanti e sono purtroppo spesso presenti nell’alimentazione degli animali e di conseguenza nei loro prodotti derivati.
Il termine “bolo alimentare” viene utilizzato per indicare un mezzo tecnologico per la gestione di massa o individuale degli animali, capace di svolgere molteplici funzioni come la somministrazione di nutrienti, nutraceutici e farmaci, l’eliminazione di corpi metallici presenti nella dieta, il monitoraggio di parametri fisiologici (temperatura, pH, attività motoria …), e il riconoscimento dell’individuo. Il bolo è trattenuto nei prestomaci sino ad esaurimento della sua attività, talvolta per l’intera vita della bovina.
La nascita di questo strumento risale agli anni ’70 per esigenze nutrizionali, in particolare per compensare la carenza di alcuni minerali nell’alimentazione degli animali al pascolo; nel corso degli anni successivi le tipologie di molecole utilizzabili si sono ampliate ad antiparassitari e farmaci, fino ad acquisire la capacità di trasportare sensori per il monitoraggio dell’ambiente ruminale e la geolocalizzazione del bestiame. L’evoluzione avvenuta recentemente ha infine permesso di ottenere dei “boli funzionali”, ossia mirati per soddisfare le esigenze specifiche di un singolo individuo, apportando non solo nutrienti (in quantità spesso rilevanti) come amminoacidi, vitamine e minerali, ma anche sostanze nutraceutiche come antiossidanti, antinfiammatori e modulatori delle fermentazioni ruminali, in modo da ottimizzare le funzioni metaboliche e digestive, soprattutto in periodi critici per la bovina come ad esempio la fase post-partum.
La somministrazione dei boli alimentari è rapida e non rappresenta alcun rischio per l’animale. E’ richiesta tuttavia una adeguata preparazione dell’operatore, il quale deve accertarsi che il bolo venga inserito con appositi strumenti nell’esofago e verificare che sia deglutito completamente.
I boli alimentari si caratterizzano per la capacità di rimanere anche a lungo nel tratto rumine-reticolo e sono progettati in modo da possedere caratteristiche cinetiche di rilascio del proprio contenuto. La formulazione di alcuni boli sfrutta ad esempio meccanismi di solubilizzazione o abrasione fisica che riducono progressivamente la loro superficie esterna, permettendo il rilascio del materiale; altri sfruttano la presenza di membrane impermeabili e matrici polimeriche che garantiscono cinetiche costanti di rilascio e un flusso di nutrienti o modulatori delle fermentazioni che può essere crescente, decrescente oppure ad intermittenza.
L’uso del bolo alimentare ha apportato diversi vantaggi agli allevatori, riducendo al minimo la necessità di “cattura” e manipolazione del bestiame per eseguire alcuni trattamenti, condizione critica soprattutto per gli animali al pascolo. Tuttavia, l’analisi costi/benefici dev’essere sempre considerata, in quanto questo strumento risulta talora più costoso rispetto ad altri trattamenti. Inoltre è necessaria, per la messa a punto del bolo, la collaborazione con centri di ricerca riconosciuti per garantire una cinetica di rilascio idonea alle esigenze nutrizionali dell’animale, con particolare attenzione all’utilizzo di farmaci o altre sostanze che potrebbero ritrovarsi nei prodotti quali latte e carne.
Con il contributo del Prof. Erminio Trevisi, UNICATT, partner del Progetto AGER FARM-INN