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Il futuro del gambero rosso della Lousiana

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L’IZS dell’Abruzzo e del Molise è partner del progetto multidisciplinare SUSHIN il cui obiettivo è aumentare la produttività degli allevamenti di pesce italiani in maniera sostenibile ed economica, salvaguardando la qualità e la sicurezza alimentare del prodotto ittico. SUSHIN è finanziato da Ager (www.progettoager.it), un progetto di ricerca agroalimentare promosso e sostenuto da un gruppo di Fondazioni bancarie, che mette al centro le produzioni italiane d’eccellenza puntando al miglioramento dei processi e allo sviluppo di tecnologie d’avanguardia.

Una delle prime azioni messe in atto dalle unità operative della cordata di Enti di Ricerca e Università coordinate dall’ateneo di Udine, è il reperimento di nuove materie prime per la formulazione di mangimi da acquacoltura che rispondono anche a esigenze di sostenibilità ambientale. Nel mese di aprile i ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise e del Centro del CREA di Produzioni Animali e Miglioramento Genetico di Monterotondo hanno eseguito i primi campionamenti sul campo mirati alla raccolta del gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii), identificato come uno dei quattro possibili ingredienti per i mangimi da acquacoltura da testare su specie allevate quali spigola, orata e trota iridea.

Si è optato per il gambero rosso della Louisiana perché è una specie ampiamente diffusa in molte regioni italiane: ad esempio ha trovato un habitat ideale nel Parco Nazionale del Circeo, il più importante ecosistema palustre d’Italia costituito da quattro laghi costieri in successione e da una vastissima zona umida.

Inoltre la sua presenza sta minacciando la flora e la fauna indigena poiché il gambero rosso della Louisiana è capace di trasmettere patologie e soppiantare le specie autoctone in Italia e in Europa: per questo è stato inserito nell’elenco delle specie aliene più nocive (Black List, Regolamento di Esecuzione UE 2016/1141).

L’obiettivo di SUSHIN, quindi, è anche quello di contribuire a ridurre il numero di esemplari di questa specie aliena e dannosa proprio nel Parco Nazionale del Circeo, mettendo a punto un sistema in grado di catturare i gamberi e di non minacciare la vita degli animali indigeni.

I primi rilevamenti per individuare i siti più idonei per la cattura del gambero rosso della Louisiana sono iniziati nel mese di marzo. Con la supervisione dell’Ente Parco e la collaborazione del personale dell’Ufficio Territoriale per la Biodiversità dell’Arma dei Carabinieri sono state collocate oltre 50 nasse in 8 diversi canali, contemporaneamente sono state effettuate sessioni di cattura notturna mediante l’uso di torce e guadini nei canali poco profondi.
I campionamenti proseguiranno nel corso di tutta la primavera e di tutta l’estate, ovvero nel periodo di massima attività del crostaceo, in modo da ottimizzare le catture. Ad oggi le prime campagne di pesca hanno permesso di prelevare una discreta quantità di crostacei (oltre 50 kg): su una parte si stanno effettuando i controlli igienico-sanitari mediante caratterizzazione microbiologica, chimica e molecolare presso i laboratori dell’IZS dell’Abruzzo e del Molise.

Dopo la fase di caratterizzazione sanitaria e organolettica, il pescato verrà utilizzato per la produzione di lotti sperimentali di mangime che saranno testati per valutare gli effetti che tale dieta avrà sull’accrescimento, sulla qualità delle carni e sul grado di digeribilità nelle differenti specie di pesci allevati.

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