Secondo il calcolo del Global Footprint Network (GFN), organizzazione internazionale di ricerca, il primo di agosto è stato per il 2018 l’Earth Overshoot Day, ovvero il giorno a partire dal quale l’uomo inizia ad usare più risorse naturali di quanto il Pianeta possa rinnovarne nel corso dell’anno. Secondo i calcoli del GFN, per soddisfare l’attuale domanda di risorse naturali occorrerebbero 1,7 Pianeti Terra.
Ogni anno, la data dell’Earth Overshoot Day è calcolata confrontando l’Impronta Ecologica, ossia il consumo annuale di risorse naturali da parte dell’uomo, con la “Biocapacità” della Terra, ossia la capacità di rigenerazione del Pianeta. Dagli anni settanta ad oggi, tale data cade sempre prima nell’arco dell’anno. In altre parole, ogni anno che passa finiamo sempre prima le risorse naturali a nostra disposizione. Nel mondo, però, non tutti i paesi consumano la stessa quantità di risorse né tantomeno lo fanno con la stessa velocità, perciò viene calcolato il Country Overshoot Day, ossia l’Overshoot Day dei singoli paesi. Nel dettaglio, per l’Italia l’Overshoot Day 2018 è caduto il 24 maggio e, mese più mese meno, attorno a questa data si collocano tutti i paesi europei e dell’area Sud del Mediterraneo, mentre nello stesso areale, Tunisia (10 ottobre), Albania (14 ottobre), Egitto (6/11) e Marocco (17/12), risultano essere i paesi più virtuosi. Pur osservando dal grafico che dal 2000 la data dell’Overshoot Day tende a rimanere stabile, dobbiamo comunque prendere atto che risparmiando risorse su molte delle nostre abitudini od attività, potrebbe essere possibile riavvicinarsi ad un equilibrio delle risorse planetarie. Ad esempio, riducendo ragionevolmente l’uso dell’auto si potrebbero guadagnare almeno 12 giorni, mentre una riduzione del 50% delle emissioni dovute al settore energetico consentirebbe di guadagnare ben 3 mesi. Se in metà del mondo tagliassimo gli sprechi alimentari guadagneremmo altri 11 giorni ed ancora si potrebbe trovare vantaggio da una dieta dove la carne è parzialmente sostituita da alimenti di origine vegetale od ancora dai metodi di produzione nel settore Agroalimentare.
Al di là del risparmio di risorse oceaniche ottenibile con la sostituzione di farine ed oli di pesce nei mangimi, l’Acquacoltura sta operando nella direzione di allontanare ulteriormente la data dell’Overshoot Day e lo fa implementando le economie circolari per la produzione di mangimi. Recenti progetti europei (ARRAINA, AquaImpact,…), e nazionali quali AGER 4F, finanziato da fondazioni italiane di origine bancaria, sono appunto orientati a trovare applicazioni in questa direzione. Alcune soluzioni sono già fin da ora applicabili, quali ad esempio l’utilizzo di idrolizzati proteici dal surplus della lavorazione del pollame (interiora, ossa, piume), in corso di applicazione è invece la produzione di farine di insetti dal surplus degli ortomercati, una tecnologia sviluppata col progetto InBioProFeed, sostenuto da Fondazione Cariplo. Un secondo progetto sostenuto dalla stessa Fondazione, finalizzato alla produzione biotecnologica di un sostituto dell’olio di pesce partendo dal glicerolo, surplus della produzione biodiesel (progetto MySushi), sta ormai dimostrando la propria fattibilità. Si tratta comunque di un percorso che potrà in futuro, se i costi della ricerca saranno adeguatamente sostenuti, sia creare nuove imprese che contribuire, con soluzioni innovative orientate al risparmio delle risorse, a compensare i maggiori consumi dovuti all’evoluzione, non solamente numerica, della popolazione mondiale.
Per saperne di più: www.footprintnetwork.org
Marco Saroglia, Genciana Terova