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Prodotti lattiero-caseari

Dal ricercatore al produttore, con grande velocità

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Venerdì 1 e sabato 2 aprile appuntamento a Moliterno (Potenza) per conoscere i segreti del Canestrato IGP locale e di altri formaggi lucani e campani di elevata qualità ma a forte rischio di estinzione.

Prossima fermata a Moliterno. È qui che farà tappa la due giorni dei ricercatori di Canestrum casei che da diversi mesi stanno portando i risultati dei loro studi direttamente nei luoghi di produzione di 15 formaggi tipici del Sud Italia. Formaggi che possiedono ottime caratteristiche qualitative e che grazie allo sforzo dei ricercatori usciranno dall’anonimato.

Si comincia venerdì primo aprile alle 18.30 presso il ristorante “L’Eco del Fiume”, dove i protagonisti saranno il Canestrato di Moliterno IGP, il Pecorino di Filiano DOP, il Caciocavallo Podolico PAT, la Cacioricotta del Cilento PAT e il Pecorino Carmasciano PAT. Una degustazione guidata coinvolgerà giornalisti e blogger enogastronomici, buyer, ristoratori, opinion leader e rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, con lo scopo di stimolare l’interesse dei consumatori e della ristorazione verso questi formaggi e favorirne un meritato rilancio.

Sabato mattina due aprile, sempre nella stessa sede e a partire dalle 8.30, si susseguiranno gli interventi delle autorità, delle istituzioni e dei ricercatori. Questi ultimi illustreranno gli aspetti qualitativi che caratterizzano il Canestrato di Moliterno IGP e che permetteranno di attribuire anche a questo formaggio una “etichetta parlante”, arricchita con informazioni nutrizionali e salutistiche che valorizzano il grande lavoro degli allevatori e guideranno le scelte dei cittadini-consumatori verso un prodotto della tradizione e ottenuto con tecniche sostenibili.

Il Canestrato di Moliterno IGP ha una storia tutta sua da raccontare e molto particolare. È tra i formaggi più antichi della tradizione casearia italiana e le sue origini si fanno risalire al IV secolo A.C. Il nome deriva dai tipici canestri di giunco dove i pastori trasformavano il latte di pecora e capra in formaggio e che ancora oggi lasciano il loro inconfondibile e tipico segno sulla crosta. L’area di produzione comprende i pascoli della Basilicata includendo sessanta comuni, che ripercorrono l’antico percorso della transumanza delle greggi. Un formaggio più che mai legato alla tradizione e alla storia, anche per la sua stagionatura che avviene nei tipici “fondaci”, che ne esaltano la qualità grazie alle particolari e uniche condizioni microclimatiche.

Il programma delle due giornate è disponibile QUI.

Per ulteriori informazioni sui risultati delle ricerche è possibile consultare il sito Ager e il canale Youtube di Ager dove sono pubblicate le registrazioni degli interventi dei ricercatori intervenuti agli eventi di divulgazione realizzati dal progetto Canestrum Casei e che riguardano gli altri formaggi oggetto di valorizzazione.

 

Foto di copertina: Gianna Bozzali

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