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Acquacoltura

Il progetto Fine Feed For Fish un anno dopo

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Nei giorni 15 e 16 febbraio u.s. si è tenuta a Pordenone la seconda edizione di AQUAFARM, organizzata come congresso scientifico e fiera espositiva di settore.

Nella sessione congressuale intitolata “Nuovi menu per i pesci”, è stata presentata una comunicazione da parte del gruppo di lavoro del progetto AGER Acquacoltura “Fine Feed For Fish”, acronimo 4F, dal titolo:
“Il Progetto AGER Acquacoltura un anno dopo: il Progetto Fine Feed For Fish (4F)”.
Il progetto AGER Fine Feed For Fish (4F), finanziato da fondazioni di origine bancaria, è centrato sull’approfondimento di quanto è già noto relativamente alla risposta dei pesci carnivori alla sostituzione di farine di pesce con fonti proteiche alternative. Partendo quindi da quanto riportato nella letteratura degli ultimi anni, 4F si prefigge di individuare, oltre agli effetti fisiologici delle nuove diete, i necessari accorgimenti da adottare in seguito alla sostituzione di farine di pesce con proteine alternative provenienti da farine vegetali, farine di insetti, farine di avicoli.
Lo studio, focalizzato su trota, spigola ed orata, include approfondimenti sulle integrazioni con forme di aminoacidi liberi ed acidi grassi a catena corta. Su trota iridea sarà anche affrontato uno studio di un genotipo selezionato per ricevere un’alimentazione proteica esclusivamente vegetale.

Con la finalità di giungere ad una forma di tuning fisiologico per via alimentare, oltre alle performances zootecniche, è in programma un approfondito approccio molecolare, in chiave trascrittomica, proteomica, metabolomica, metagenomica, per lo studio dell’attività di geni che controllano la crescita e la digestione. Una pipeline metaproteomica è già stata ottimizzata per caratterizzare il profilo strutturale e funzionale del microbiota intestinale, insieme al profilo delle proteine ospite rilasciate nell’intestino. Le proteine verranno estratte dal contenuto intestinale, digerite in peptidi e le miscele peptidiche ottenute saranno analizzate mediante spettrometria di massa ad alta risoluzione. Verrà quindi applicata una pipeline bioinformatica ottimizzata per recuperare le informazioni tassonomiche e funzionali dai dati metaproteomici.
Al fine di produrre il fingerprint dei filetti, è stata ottimizzata una combinazione di protocolli con metodi di chimica preparativa, analisi di risonanza magnetica nucleare di estratti ed analisi di dati multivariati dei risultati sperimentali. Le impronte lipidiche dei filetti saranno anche integrate con la proteomica del fegato ed ulteriormente convalidate dal software Ingenuity Pathway Analysis per ottenere informazioni più approfondite sull’impatto dei mangimi sul metabolismo e sulla qualità del pesce.

Parte della ricerca è dedicata allo studio degli impatti sull’ambiente. A questo scopo è in corso uno studio sul valore ecologico della dieta diretto ad ottenere un Water quality Index comparato, mediante studio del microbioma acquatico associato ad analisi chimiche sulle sostanze nutrienti rilasciate con le diverse formulazioni.

Al fine di stimare l’incidenza della dieta basata sulla farina di pesce comparandola con i costi delle diete dove le proteine vengono sostituite, vengono affrontate simulazioni, poi validate mediante raccolta di informazioni in campo.
Un approccio Responsible Research and Innovation (RRI) è adottato per valutare criticamente ogni fase della ricerca con i portatori di interesse al fine di ottenere un rapido trasferimento della tecnologia sviluppata sul mercato reale.

 

Fonte: Marco Saroglia e Genciana Terova, Unversità degli Studi dell’Insubria

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