È quanto emerso dallo studio condotto, nell’ambito del progetto IALS, presso la Formazza Agricola S.C.R.L. di Formazza (VB).
La Val Formazza, nell’ambito della quale opera l’azienda, è una delle valli del comprensorio della Val d’Ossola, in Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, al confine con la Svizzera, ed è l’estrema propaggine settentrionale del Piemonte. È percorsa dal fiume Toce, che si origina in testa alla valle, e, alimentato dai torrenti che attraverso le gole laterali forma, più in basso, cascate e laghi artificiali.
Il nostro studio si è soffermato sulla stima della capacità di riduzione del rischio d’erosione dei versanti dovuta alla presenza di praterie permanenti nel fondovalle, sia a livello comprensoriale che dell’azienda agricola Formazza. A tal fine si sono confrontate due ipotesi: la prima, quella reale, di presenza di praterie permanenti utilizzate sia per la foraggicoltura, sia per il pascolo bovino; la seconda, simulata, di presenza di seminativi sottoposti a lavorazioni meccaniche (aratura, erpicatura, ecc.) in sostituzione ai prati permanenti.
I confini degli appezzamenti aziendali gestiti dalla Formazza Agricola S.C.R.L. (Fig. 1), forniti dalla stessa in formato cartaceo, sono stati georeferiti e digitalizzati in ambiente GIS (Geographic Information System). Posizionando opportunamente un punto al centro di un pixel sull’asta principale (nel caso in esame il Fiume Toce) subito a valle della particella-appezzamento pascolivo tra quelli di proprietà a quota più bassa, si è ottenuto il bacino afferente.
Il calcolo della quantità di suolo erodibile, per ciascuna ipotesi, espresso come tonnellate per ettaro per anno, è stato stimato applicando, in ambiente GIS, il modello matematico chiamato RUSLE, acronimo di “Revised Universal Soil Loss Equation”, quantificato con il fattore K per il cui calcolo si tiene conto dei fattori quali il tasso di perdita di suolo medio stimato (V), l’erosività della pioggia (R), l’erodibilità del suolo (K), ossia la suscettibilità del suolo ad essere eroso il fattore topografico (Ls), determinato dalla pendenza, lunghezza e forma dei versanti che influenzano la velocità di ruscellamento e quindi il rischio di erosione del suolo e la copertura del suolo (C) in quanto la vegetazione naturale mantiene il suolo coperto tutto l’anno tramite le foglie e la lettiera mentre, al contrario, l’uso agricolo che lo lascia nudo e quindi esposto agli agenti erosivi per lunghi periodi.
La simulazione delle due coperture del suolo (prateria permanente e seminativo arabile) è stata ottenuta variando il fattore “C”, attribuendogli rispettivamente un valore di 0,04 e 0,4. Nel confronto, gli altri fattori sono stati lasciati invariati.
Dai risultati è emerso che nel caso in cui i terreni dell’azienda Formazza fossero utilizzati come seminativo arabile (fattispecie simulata), si avrebbe un rischio di erosione media annua di 384 t/ha, mentre nel caso di praterie inerbite (come nella fattispecie reale), il valore medio si ferma a 188 t/ha all’anno.
È evidente che l’attuale tipologia di utilizzo delle parcelle in proprietà (inerbimento permanente) garantisce una forte limitazione del suolo eroso (-104,2%) rispetto ad un possibile scenario di coltivazione a seminativo.
Si conferma, pertanto, che i modelli zootecnici che adottano pratiche di pascolamento estensivo come quello della Formazza Agricola S.C.R.L., oltre a fornire alimenti di origine animale di elevata qualità organolettica e nutrizionale, contribuiscono in maniera importante anche al mantenimento di molteplici servizi ecosistemici, tra i quali quello legato all’assetto idrogeologico e paesaggistico.
A cura di Pier Paolo Danieli, Riccardo Primi, Bruno Ronchi
Università degli Studi della Tuscia