Nei suoi quasi quattro anni di attività, il progetto INNOVAMILK ha condotto due ricerche che incidono fortemente sull’ottimizzazione dell’alimentazione delle bovine per migliorare l’attitudine del latte alla caseificazione. La prima ha riguardato il confronto tra i sistemi di mungitura a robot e tradizionali, la seconda l’impiego della tecnica NIRS per determinare la qualità dei mangimi direttamente in stalla. Il professor Federico Righi dell’Università di Parma e coordinatore delle ricerche, illustra i principali risultati (alcuni insperati!) e il loro impatto sulla filiera.
Professor Righi, perché l’utilità di una ricerca che confronta diversi sistemi di mungitura e di alimentazione?
L’ammodernato tecnico e gestionale che sta interessando molte stalle da latte passa attraverso la decisione di installare il robot di mungitura in sostituzione della mungitura in sala. Per questo è fondamentale supportare gli allevatori in questa importante scelta, ad alto impatto economico e organizzativo per l’allevamento, tenendo conto delle reali esigenze e possibilità finanziarie dell’azienda. E la raccolta e condivisione di dati tecnici il più possibile completi e attendibili diventa strategico. Nell’ambito di INNOVAMILK, le ricerche hanno consentito un confronto con approccio scientifico e oggettivo tra i diversi sistemi di mungitura e differenti strategie alimentari collegate (ad esempio foraggi insilati a base di mais o colture alternative e foraggi affienati) che ha permesso di valutare le variazioni delle produzioni in latte degli animali.
Quali sono i risultati delle vostre prove e che rappresentano un innovativo bagaglio tecnico “decisionale” per gli allevatori e i tecnici del settore?
Abbiamo definito con dettaglio i livelli produttivi ottenuti con la mungitura con robot, rilevando che ogni capo ha prodotto in media 3,5 litri di latte in più rispetto alla mungitura tradizionale, indipendentemente dal foraggio. E’ stato poi possibile confermare come il latte, in termini qualitativi, non abbia mostrato differenze a prescindere dal sistema di mungitura. Infine, parlando di innovazione, grande soddisfazione l’abbiamo avuta nel miglioramento della tecnologia NIRS per determinare la qualità dei mangimi. E tutte queste informazioni sono utili per migliorare la resa casearia.
A proposito del miglioramento della resa casearia, perché è sempre più importante e qual è il contributo dato dalla vostra ricerca?
La resa casearia è un tema estremamente attuale, in particolare per l’attenzione che i caseifici stanno ponendo alla diversa valorizzazione del latte, ovvero destinare alla caseificazione i latti con maggior resa e destinare al consumo diretto i latti con “meno attitudine”. Anche in questo caso, è fondamentale fornire agli allevatori indicazioni pratiche su come migliorare il parametro del proprio latte. Le nostre ricerche hanno approfondito i legami tra resa casearia e genetica dell’animale e con la tipologia di razione ma anche considerando il sistema di mungitura e il trattamento del latte. Il nostro focus è stato il ruolo della qualità che ha la fibra dei foraggi sull’andamento della resa, aspetto che fino ad ora era poco chiaro anche a livello scientifico: oggi sappiamo che aumentando la fibra, migliorano i parametri di coagulazione e la disponibilità di minerali nella razione, con un aumento di resa in formaggio; per contro, si ha una riduzione del livello di zuccheri nel latte. Inoltre, abbiamo visto che una fibra estremamente digeribile e di buona qualità alza l’attitudine alla caseificazione.
Concludiamo con gli studi che avete condotto sulla tecnica NIRS, cosa aggiungono i vostri risultati rispetto a quanto è già noto?
Il ruolo dell’alimentazione nel bovino da latte è centrale per il conseguimento degli obiettivi tecnici ed economici dell’allevatore, da qui la necessità di poter monitorare con frequenza e precisione il maggior numero di parametri qualitativi della razione e dei singoli alimenti. La tecnologia NIRS permette di effettuare un’analisi a 360° sugli alimenti, cosi come sul latte, in tempi brevissimi tra le 24 e le 48 ore e con costi limitati, rispetto alle tradizionali analisi manuali con metodi chimici, molto precise ma costose e con tempi più dilatati. Il NIRS si basa su curve di predizione, che a monte devono essere molto rappresentative e ben tarate per determinare con la massima affidabilità i parametri tradizionali, come ad esempio fibra, proteina, amido, sostanza secca. Con il progetto INNOVAMILK abbiamo messo a punto le curve di predizione riferite ai macro e micro elementi minerali presenti nella razione alimentare, come ad esempio il calcio e il fosforo, le cui stime attraverso il sistema NIRS erano fino ad oggi risultate molto difficili. Inoltre, abbiamo rilevato le cosiddette “proteine microbiche” degradate dai microrganismi presenti nel rumine e che incidono sull’aumento della caseina. Questi risultati rafforzano l’utilizzo del NIRS da parte dell’allevatore direttamente in stalla con i vantaggi tecnici ed economici prima citati, consentendo il raggiungimento di quella che in gergo chiamiamo precision feeding, ovvero una nuova opportunità concreta per aumentare l’efficienza dell’alimentazione.
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Sul canale YouTube di Ager sono disponibili ulteriori approfondimenti sui risultati conseguiti dal prof. Federico Righi e dal gruppo di ricerca dell’Università di Parma all’interno del progetto INNOVAMILK:
“Sistemi innovativi di valutazione dell’adeguatezza della razione ed effetti dei sistemi foraggeri e di mungitura sulla produzione lattea” (Prof. Federico Righi). Intervento registrato in occasione della presentazione dei risultati finali e che si è tenuto nell’ottobre 2022 a Montichiari (Brescia).
“Diagnostica nutrizionale basata sui sistemi di mungitura e sulle diete” (Dott.ssa Marica Simoni). L’incidenza dei sistemi di mungitura a robot e a spina di pesce e delle diverse diete (foraggere insilate o affienate) sulla digeribilità delle razioni alimentari nelle vacche in lattazione e conseguentemente sulla qualità del latte.
“Il colostro bovino: importanza del management e della qualità” (Prof. Federico Righi). Le modalità di somministrazione del colostro e del latte ai vitelli appena nati. I fattori che incidono sulla qualità del colostro e i correttivi da apportare.
“Aspetti generali di diagnostica nutrizionale negli allevamenti di bovine da latte” (Prof. Federico Righi). Come valutare se le razioni alimentari sono adeguate agli obiettivi produttivi e alla prevenzione dalle patologie.
“La nutrizione della vacca da latte per migliorare la caseificabilità del latte” (Prof. Federico Righi). L’incidenza dell’alimentazione sull’attitudine casearia e i componenti della razione alimentare che migliorano la trasformazione del latte in formaggi.