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Micotossine nei mangimi, dalla ricerca la soluzione per sbarazzarsi di ospiti molto, molto sgraditi

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In una precedente intervista, Giuseppina Avantaggiato, CNR-ISPA di Bari e ricercatrice del progetto FARM-INN, ha fatto il punto sull’annoso problema delle micotossine, in particolare per il comparto zootecnico. In questa intervista, scopre i segreti e racconta i vantaggi di un additivo innovativo e sicuro, che miscelato ai mangimi sequestra, inattivandole, micotossine tra loro diverse.

 

Dottoressa Avantaggiato, l’impiego di “additivi” nei mangimi che adsorbono micotossine e in particolare le aflatossine, è prassi consolidata per ridurre l’esposizione dei bovini da latte alla contaminazione, tutelando il benessere degli animali ed evitando gli effetti nocivi sull’uomo, visto che le aflatossine sono trasmesse al latte e di conseguenza ai prodotti caseari.  Perché, oltre a quelli già disponibili, siete andati alla ricerca di nuovi additivi?

In Europa, per contrastare l’esposizione dei bovini da latte alle aflatossine, la legislazione vigente consente di integrare i prodotti alimentari per la zootecnia con particolari composti, chiamati appunto additivi, a base principalmente di argille/bentoniti, capaci di sequestrare le aflatossine nel tratto gastro-intestinale degli animali esposti, riducendone la biodisponibilità e quindi la tossicità, oltre che il trasferimento nel latte e derivati.  Si tratta, dunque, di un metodo pratico e di prevenzione basato su minerali inerti che non hanno effetti dannosi nei confronti degli animali, né dell’uomo. La ricerca e gli studi sugli additivi a base di argilla si sono quasi sempre concentrati sulla capacità adsorbente delle aflatossine, considerato che queste sono le micotossine più pericolose tanto da essere state incluse dallo IARC, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, nella categoria dei cancerogeni certi per l’uomo. Tuttavia, le micotossine delle quali è nota la tossicità per uomini ed animali sono più di trecento e la loro presenza contemporanea nei mangimi può amplificarne gli effetti. Con il progetto FARM-INN ci siamo posti l’obiettivo di studiare un nuovo additivo a base principalmente di argilla, capace di rimuovere simultaneamente mediante adsorbimento, oltre all’aflatossina B1, anche altre micotossine spesso presenti nei mangimi ad elevate concentrazioni. E dopo oltre tre anni, siamo stati i primi a raggiungere questo risultato.

L’additivo da cosa è composto?

E’ composto da un’argilla, la bentonite, con una struttura mineralogica leggermente diversa da quelle normalmente in commercio e autorizzate come “binders delle aflatossine” e quindi diversa dalle montmorilloniti, addizionata con un prodotto a base di lignocellulosa, ad elevato grado di purezza, ed ottenuto come scarto della lavorazione di prodotti vegetali. Per questi materiali esistevano già diverse ricerche sulle loro caratteristiche e proprietà; noi siamo stati i primi ad averli studiati al fine di poterli utilizzare per sequestrare le micotossine, capitalizzando così le conoscenze acquisite in altri contesti di ricerca e con altri nostri progetti.

Perché è così importante aver messo a punto un additivo in grado di catturare più micotossine?

Perché sequestrando un largo spettro di micotossine presenti nei mangimi, quali aflatossine, ocratossine, zearalenoni e fumonisine, il nuovo additivo permette di ridurre l’effetto dannoso sulla salute degli animali che aumenta a seguito della presenza di un cocktail di micotossine, con conseguenti perdite di produzione di latte in termini quantitativi e qualitativi, di fertilità e di benessere animale. Poter disporre di un additivo che opera a largo spettro è sicuramente un’arma in più che la ricerca di FARM-INN mette a disposizione degli allevatori per la salvaguardia delle produzioni e a garanzia dell’igiene e della sicurezza del latte e dei prodotti derivati, a tutela dei consumatori. Chiaramente, e ci tengo a precisarlo, l’uso degli additivi è solo una delle misure di prevenzione a disposizione degli allevatori, in quanto la gestione delle micotossine nelle bovine da latte richiede un approccio integrato che deve tener conto delle condizioni di produzione delle colture fonte dei mangimi, della gestione della raccolta, per arrivare alla conservazione e igiene durante lo stoccaggio dei cereali.

Avete testato eventuali effetti negativi sulla produzione del latte e sulla resa casearia?

Certamente, ma non ne abbiamo rilevati e posso affermarlo grazie a una lunga serie di prove di laboratorio e direttamente in stalla, che ci hanno permesso di selezionare solo i materiali che abbassavano il contenuto di micotossine nei mangimi senza avere un effetto negativo sullo stato di salute dei bovini e sul loro benessere. In merito alla qualità e alla resa casearia, abbiamo confrontato il latte prodotto da vacche alimentate con mangime contaminato da aflatossine, quello che noi chiamiamo gruppo controllo, con quello degli animali alimentati con lo stesso mangime ma protetti con l’additivo, cioè il gruppo trattato. Sebbene il livello di aflatossine nella dieta fosse al di sotto dei limiti previsti dall’Unione Europea, il latte del gruppo controllo presentava valori di concentrazione di aflatossine, in particolare di aflatossina M1, significativamente più alti del gruppo trattato e, comunque, superiori al limite consentito. L’aggiunta dell’additivo ha, dunque, ridotto il contenuto di aflatossine nel latte, portandolo a valori sicuri. Tra i due tipi di latte, inoltre, non abbiamo rilevato nessuna differenza, né in termini quali-quantitativi, né in termini di resa casearia.

Quali garanzie per il consumatore?

Il primo obiettivo da tenere in mente è sicuramente la sicurezza alimentare del latte e dei prodotti derivati. Come già sottolineato in una precedente intervista, la situazione italiana è assolutamente sotto controllo grazie ai piani di monitoraggio applicati da anni lungo l’intera filiera agroalimentare e grazie all’attenzione che gli stessi operatori rivolgono al problema micotossine adottando le soluzioni tecniche più idonee a contenere questo problema. Detto questo, migliorare lo stato di salute e di benessere delle bovine, grazie ad alimenti meno contaminati, offre maggiori garanzia sulla sicurezza degli alimenti per i consumatori italiani.

Quanto è importante per il benessere degli animali ridurre l’esposizione alle micotossine e come questa riduzione incide sulla qualità e sicurezza dei prodotti finali?

L’esposizione alle micotossine causa agli animali notevoli problemi di salute. Diminuendo l’esposizione, diminuiscono i problemi a livello gastro-enterico, che a loro volta possono causare uno scarso accrescimento. Più l’esposizione alle micotossine si alza, più calano le difese immunitarie e diminuisce anche la fertilità. Quando si parla di benessere animale non si tratta solamente di un aspetto etico, ma c’è una stretta correlazione tra la salute dei bovini da latte, nel nostro caso, e la qualità e sicurezza di latte e trasformati. Anche perché, come abbiamo visto dai risultati delle nostre ricerche, le micotossine contenute nel latte si ritrovano anche nei prodotti derivati e in quantitativi più elevati. Un benessere quindi che va tutelato e salvaguardato, anche limitando il più possibile l’esposizione degli animali alle micotossine.

La ricerca scientifica è per sua stessa natura un percorso in perenne evoluzione e avanzamento. A tal riguardo, quali sono le prospettive future e i nuovi obiettivi che vi siete prefissati?

Considerate le sfide future che attendono nei prossimi anni tutti i settori produttivi italiani, compreso quello agricolo e zootecnico, in tema di cambiamenti climatici ed aumento dell’esposizione alle micotossine, un consiglio che mi sento di dare e che deve coinvolgere tutti, inclusa la comunità scientifica, è di non abbassare la guardia mettendo in atto tutte le misure di controllo e prevenzione note, ma, al contempo, di svilupparne di nuove e più efficienti. La scelta di additivi per mangimi appropriati, come quello sviluppato da FARM INN e la cui efficacia è dimostrata oltre che in laboratorio anche in campo, può aiutare a contenere il rischio e ridurre le perdite. Per il nostro gruppo di ricerca, una sfida per il futuro sarà dimostrare l’efficacia di questo additivo in altre specie di animali e nei confronti di uno spettro sempre più ampio di contaminanti. La possibilità di disporre di fondi e progetti multidisciplinari, come FARM INN, sarà garanzia di successo e strumento indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi.

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Per  informazioni 

Giuseppina Avantaggiato, primo ricercatore CNR, Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari, Via Amendola 122/O, 70126, Bari. Email: giuseppina.avantaggiato@ispa.cnr.it

Ulteriori approfondimenti 

Sul canale YouTube di Ager è disponibile l’intervento di Giuseppina Avantaggiato in occasione della presentazione dei risultati finali del progetto FARM-INN

Riferimenti bibliografici 

Greco D, D’ascanio V, Abbasciano M, Santovito E, Garbetta A, Logrieco AF, Avantaggiato G (2022). Simultaneous Removal of Mycotoxins by a New Feed Additive Containing a Tri-Octahedral Smectite Mixed with Lignocellulose. TOXINS, vol. 14, p. 1-24, ISSN: 2072-6651, doi: 10.3390/toxins14060393

Morandi S, Cremonesi P, Arioli S, Stocco G, Silvetti T, Biscarini F, Castiglioni B, Greco D, D’Ascanio V, Mora D, and Brasca M (2021). Effect of using mycotoxin-detoxifying agents in dairy cattle feed on natural whey starter biodiversity. J. Dairy Sci. 105, doi: 10.3168/jds.2022-21793

Avantaggiato G, Greco D, D’Ascanio V, Logrieco AF (2021). Advances and Criticisms on the Use of Mycotoxin Detoxifying Agents. In: Mycotoxins in Food and Beverages Innovations and Advances, Part II. vol. 2, p. 1-32, CRC press, Taylor and Francis Group., ISBN: 9781032008370, doi: 10.1201/9781003176046

Greco D, D’Ascanio V, Santovito E, Logrieco AF, Avantaggiato G (2019). Comparative efficacy of agricultural by-products in sequestering mycotoxins. JOURNAL OF THE SCIENCE OF FOOD AND AGRICULTURE, ISSN: 0022-5142, doi: 10.1002/jsfa.9343

 

 

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