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RRI nell’Acquacoltura: il ruolo dei social media

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L’acquacoltura rappresenta una delle soluzioni più promettenti per rispondere all’emergente domanda di proteine animali, omega 3 ed altri micro e macroelementi necessari per la dieta dell’uomo.

La ricerca scientifica si pone l’obiettivo di implementare l’efficienza produttiva in questo settore prestando tuttavia attenzione alla sostenibilità e alla qualità dei prodotti. Compito della ricerca è quella di tracciare una traiettoria percorribile che possa produrre valore aggiunto al settore. Su questa linea si è sviluppato il progetto 4F che mette al centro il problema dell’alimentazione del pesce sia come un’esigenza concreta dell’industria, sia come elemento capace di impattare sulla qualità del pesce e sull’ambiente.

Una ricerca diventa innovazione e valore sociale solo se i portatori di interesse sono pronti ad investire nel processo e passare quindi dal prototipo al prodotto finito. Per questo è fondamentale che i cosiddetti stakeholders prendano parte sin da subito alle fasi di progettazione ed analisi del problema ma soprattutto possano ‘guidare’ gli avanzamenti scientifico-tecnologici verso il mercato. Questa strategia nuova ed estremamente concreta di fare ricerca si chiama ‘Responsible Research and Innovation’ o RRI.

Il progetto 4F ha da subito sposato questo approccio e già nella sua pianificazione ha coinvolto esperti del settore capaci di sottolineare esigenze e criticità ma anche aperti ad apprendere nuove soluzioni. La grande sfida è quella di preparare, sensibilizzare e soprattutto coinvolgere la società civile sui temi della ricerca e dell’innovazione. Uniformare le ricerche ai valori della società permette l’accettabilità etica delle innovazioni, create con lo scopo di sopperire a problemi emersi dalla società stessa oltre che dall’industria ittica. Nell’ambito della conferenza di RRI-SIS 2017 si è discusso proprio di questo argomento e della necessità di trovare soluzioni efficaci per il grande pubblico. Eventi mirati, conferenze, corsi di formazione sono sicuramente mezzi importanti tuttavia la più recente letteratura scientifica mostra chiaramente come i social media giochino un ruolo sempre più rilevante per discutere anche di tematiche complesse come lo sviluppo alimentare. Ciò che serve è tuttavia un po’ di know how per rendere la discussione più produttiva. Ecco quindi che il team di 4F con docenti e studiosi di diverse discipline diventa la risorsa di conoscenza fondamentale anche per i cittadini non-esperti che vogliono capire come consumare al meglio un buon piatto di pesce e come impattare meno sull’ambiente.

Da cittadini ci aspettiamo tante domande, molte curiosità, qualche castroneria e perché no anche qualche idea che i ricercatori potranno testare con rigore scientifico.

 

Fonte: Chiara Magoni e Ausilia Campanaro, Università degli Studi di Milano-Bicocca

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